L'ultima volta, a Maggio, non ero andato a votare per scelta. Troppa la nausea che mi aveva provocato la politica nei mesi precedenti dal "tradimento" della sinistra alleata con Berlusconi in poi. Ed ero tentato di fare lo stesso anche oggi, sebbene si trattasse di elezioni regionali dove certi inciuci non si sono ancora visti, ma non è che l'immagine dei politici spendaccioni sia poi tanto migliore.
Uscito per una passeggiata, nei pressi di una scuola elementare che non sembrava essere sede di seggio sono stato avvicinato da un signore anziano, piccolo di statura e con un'aria autorevole, forse merito della giacca e cravatta che indossava o dei modi educati, che mi ha chiesto gentilmente: "Scusi, ma dov'è che si vota?" indicando la scuola completamente chiusa.
Non essendo il mio quartiere, non ho saputo rispondergli con esattezza, ma ho cercato di aiutarlo facendomi dire l'indirizzo riportato sulla sua tessera elettorale e dandogli qualche indicazione. Lui era un po' disorientato perché si era trasferito da poco in quella zona, ma si è messo a raccontarmi della prima volta che ha votato, nel 1946 al referendum per la Repubblica o la monarchia quando aveva 21 anni.
Di fronte al mio stupore, o forse era ammirazione, mi ha chiesto se avevo già fatto i conti della sua età. In effetti li stavo facendo e quasi all'unisono abbiamo esclamato "90 anni!". Abbiamo scambiato qualche altra parola, poi è arrivata una signora più pratica del quartiere e ha risolto il problema.
Ho salutato e ringraziato, esatto, io ho ringraziato lui, poi sono rientrato subito a casa, ho preso la mia tessera elettorale e sono andato a votare.